Mi fa piacere quando mi dicono che ho trent’anni e non li dimostro.
Eppure trent’anni sono tanti, soprattutto per un’automobile.
Anche l’Europa non era la stessa di oggi: le crisi petrolifere degli anni 70 avevano messo in crisi l’industria dell’auto che era obbligata a modificare rapidamente i programmi produttivi per adattarli alla nuova situazione.
In pratica, si voleva che noi automobili fossimo più economiche nella costruzione e nell’uso, strizzando un occhio ai giovani che erano ormai diventati una componente vitale della società.
È in questa situazione che Peugeot (che tra l’altro attraversava un periodo finanziariamente difficile, anche in conseguenza dell’acquisto di Citroën) comincia a pensare a me.
All’inizio mi chiama M24 e mi definisce un progetto: dovevo essere innovativa, leggera, aerodinamica e avere motori ad alto rendimento.
E poi: non troppo piccola, ma neanche troppo grande, insomma un po’ a metà delle mie “zie” 104 e 304...
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