Cookie Consent by Free Privacy Policy website Ucraina: coldiretti, stop a 10% export cereali con porti chiusi
maggio 02, 2022 - Coldiretti

Ucraina: coldiretti, stop a 10% export cereali con porti chiusi

È bloccato ben il 10% dell'export di grano e mais dell'Ucraina a causa della decisione di sospendere l’attività dei porti nelle città occupate dalla Russia. È quanto emerge dall’analisi della #coldiretti sugli effetti del blocco di quasi 4,5 milioni di tonnellate di cereali, tra grano e mais, stimato da #martinfrick, funzionario del Programma alimentare mondiale delle Nazioni Unite (Wfp), che sottolinea i rischi per la fame nel mondo.

 L’Ucraina – sottolinea la #coldiretti - e uno dei principali produttori ed esportatori e nel mondo esporta il 10% del frumento tenero destinato alla panificazione per un totale di oltre 18 milioni di tonnellate ma anche il 15% del mais per oltre 27 milioni di tonnellate.

 Il blocco delle spedizioni dai porti del Mar Nero a causa dell’invasione russa rischia peraltro di alimentare l’interesse sul mercato delle materie prime agricole della speculazione che – spiega la #coldiretti – si sposta dai mercati finanziari ai metalli preziosi come l’oro fino ai prodotti agricoli dove le quotazioni dipendono sempre meno dall’andamento reale della domanda e dell’offerta e sempre più dai movimenti finanziari e dalle strategie di mercato che trovano nei contratti derivati “future” uno strumento su cui chiunque può investire acquistando e vendendo solo virtualmente il prodotto, a danno degli agricoltori e dei consumatori.

Una situazione che - denuncia la #coldiretti - nei paesi ricchi genera inflazione e mancanza di alcuni prodotti ma in quelli poveri allarga l’area dell’indigenza alimentare.

Una emergenza mondiale che riguarda direttamente l’Italia che è un Paese deficitario ed importa addirittura il 64% del proprio fabbisogno di grano per la produzione di pane e biscotti e il 53% del mais di cui ha bisogno per l’alimentazione del bestiame, secondo l’analisi della #coldiretti dalla quale si evidenzia peraltro che l’Ucraina è il nostro secondo fornitore di mais con una quota di poco superiore al 13% (770 mila tonnellate), ma garantisce anche il 3% dell’import nazionale di grano secondo lo studio Divulga.

L’Italia in particolare è costretta ad importare materie prime agricole a causa – precisa #coldiretti – dei bassi compensi riconosciuti agli agricoltori che hanno dovuto ridurre di quasi 1/3 la produzione nazionale di mais negli ultimi 10 anni durante i quali è scomparso anche un campo di grano su cinque con la perdita di quasi mezzo milione di ettari coltivati.

“Bisogna invertire la tendenza contenendo il caro energia ed i costi di produzione con interventi sia immediati per salvare le aziende che strutturali per programmare il futuro del sistema agricolo nazionale,” afferma il presidente della #coldiretti #ettoreprandini nel sottolineare che “occorrono investimenti per aumentare la produzione e le rese dei terreni con bacini di accumulo delle acque piovane per combattere la siccità ma bisogna anche sostenere la ricerca pubblica con l’innovazione tecnologica a supporto delle produzioni, della biodiversità e come strumento di risposta ai cambiamenti climatici”.

 

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