Cookie Consent by Free Privacy Policy website Analfabetismo 4.0 la ripresa corre ma lascia indietro la formazione
settembre 29, 2021 - Stati Generali Mondo Lavoro

Analfabetismo 4.0 la ripresa corre ma lascia indietro la formazione

Gli Stati Generali Mondo del Lavoro ITALIA ospitano il primo C8, il primo forum pubblico dei Competence Center il gotha della formazione tecnologica d’avanguardia voluta dal MISE. Le risorse e la volontà del Governo ci sono, ma l’impresa italiana, per lo più piccola e media, non ha tempo per formare

Torino, 28 settembre 2021_Prosegue a #Torino la cinque giorni degli Stati Generali Mondo del Lavoro ITALIA con una mattinata dedicata agli 8 Competence Center che il Ministero dello Sviluppo ha voluto disseminati sul territorio italiano per il trasferimento delle competenze tecnologiche d’avanguardia all’industria.

Moderato da Marco Pratellesi, giornalista Tech La Repubblica, l’evento mette a fuoco in modo chiaro i problemi che il Paese deve affrontare per essere all’altezza del nuovo mondo: la cifra piccola-media che contraddistingue la nostra industria e che, grazie alle doti di flessibilità, rapidità o operosità connaturate alla piccola dimensione, è uscita meglio di aziende più strutturate dalla crisi pandemica, sconta il limite del think small quando si tratta di formazione. La ripresa incalza e le imprese faticano a tener testa ai ritmi produttivi, quindi o ignorano completamente il rischio di inadeguatezza delle proprie competenze al futuro immediato oppure sognano dipendenti quantici in grado di lavorare e studiare contemporaneamente. Tradotto, non c’è tempo per studiare. Ma è anche una questione di risorse. Per decidere di formare i dipendenti bisogna comprendere che ce n’è bisogno, quindi servono risorse di visione e di change management che non ci sono.

I competence center nascono in Italia con questa missione: trasferire alle imprese italiane competenze sulle nuove tecnologie, formazione di tecnici e di management, orientamento e consulenza per comprendere in quale direzione focalizzare lo sforzo formativo o ri-formativo e, se necessario, linee produttive pilota per un test before invest sulle innovazioni. Tutto questo è possibile grazie all’ecosistema di cui si sostanziano i Competence Center, catalizzatori di Università, Centri di Ricerca, Istituti Tecnici Superiori, Aziende socie, Aziende clienti e finanziatori. Lontano però dal côté accademico, i Competence Center affinano il proprio intervento formativo e consulenziale sulla progettualità imprenditoriale, quasi una formazione su misura, oltre alla possibilità di testare le innovazioni in un contesto protetto e cofinanziato.

Nei prossimi 30 anni il tasso di automazione passerà dal 33% al 50%. Molti interpretano questa diffusione delle tecnologie robotiche, del machine learning e dell’intelligenza artificiale come una rivoluzione che costerà il lavoro a milioni di italiani.

In realtà l’impatto potrebbe essere di gran lunga inferiore se le aziende decidessero di aggiornare le competenze dei propri dipendenti, se non tutti almeno quelli che possono essere aggiornati. Tra vent’anni nemmeno il magazziniere continuerà a fare il suo lavoro come lo fa oggi. O l’amministrativo, o il manager.

Mancano infatti ingegneri, dicono le aziende, perché quei pochi che ci sono e non si sono trasferiti all’estero sono agganciati dalle aziende prima di laurearsi. Ieri raccontavamo che mancano carpentieri, fabbri, meccanici, saldatori e termoidraulici e si incolpavano le università e gli enti formativi di non favorire un incontro tra esigenze delle imprese e formazione. Tutto vero. Ma questa mattina scopriamo che nemmeno le imprese assolvono il proprio compito di aggiornare le competenze dei propri dipendenti, il che non è un compito sociale ma un obiettivo imprenditoriale. Tanto che qualche azienda, esasperata, pensa a comprare una piccola azienda tecnologica invece di cercare invano gli ingegneri che le servono. Costa ma è già tutto pronto, chiavi in mano.

E non è solo quesitone di ingegneri e di tecnici. Tutti dovranno confrontarsi con il mondo dei dati, la nuova ricchezza, anche e soprattutto il personale amministrativo, gestendoli con cautela per tutelarli da una nuova anonima sequestri: il cybercrime. Se i dati sono la nuova ricchezza delle aziende, la tutela dei dati è la nuova cassaforte che passa per la formazione delle persone che li gestiscono. La cyber security non è questione di compliance ma un fattore abilitante di corretta gestione del rischio. Inoltre molte aziende dispongono di una quantità invidiabile di dati ma non sanno cosa farne. Anche in questo senso i competence center servono come consulenti favorendo una maggiore competitività sul mercato globale.

Risalendo la catena della formazione lungo la catena decisionale, serve quindi re-skilling e up-skilling dei dipendenti, tecnici e progettisti, ma anche formazione del personale amministrativo che gestisce i dati e del management che deve gestire il cambiamento. Poi si arriva al vertice e il dubbio è legittimo: non sarà che l’età media dei nostri piccoli imprenditori lavori contro un aggiornamento delle competenze della nostra industria? Forse se il management si allinea sarà in grado di stuzzicare la curiosità imprenditoriale di chi sta sopra che vedrà, nell’offerta di un test before invest su nuove linee produttive, uno stimolo verso il futuro.

Apre l’incontro l’intervento di Manuele Vailati, Amministratore Delegato Start Hub Consulting, che propone una piattaforma digitale che funga da incubator di innovation manager, creando una community di manager del cambiamento, in collaborazione con i Competence Center presenti. E invita tutti a lavorare insieme per indirizzare i 1.100 milioni in arrivo dal PNRR secondo il reale fabbisogno delle imprese.

Presenti tutti gli 8 Competence Center italiani. Il giro comincia da Enrico Pisino, CEO di CIM4.0, competence center del Piemonte specializzato in additive manufacturing e tecnologie per la digital factory. È sua una riflessione importante: noi come CIM 4.0 abbiamo un’esperienza di pochi mesi, ma io, personalmente, ne ho di qualche decennio e non ricordo, nemmeno nei momenti in cui girava tanta ricchezza, che questa finisse in innovazione formazione. Finiva nei dividendi. Quindi i posti di lavoro che verranno a mancare perché obsoleti non sono da imputare alle nuove tecnologie ma alla mancanza di investimenti degli ultimi decenni.

Matteo Faggin, direttore generale SMACT (Triveneto), specializzato in AI of things. “Ho assistito di recente un’azienda partner di sviluppo software che voleva riorientare una trentina di dipendenti da altri campi applicativi sulla cyber security, un’azienda grande, con le risorse economiche e gestionali necessarie. Ma una piccola azienda come avrebbe fatto? Il carico burocratico è estenuante. Inoltre, persistono delle storture tutte italiane che in Germania ma anche in altri paesi non esistono: le persone in Cassa Integrazione non possono fare formazione. Così perdiamo anche la possibilità di aggiornale per tornare a lavorare”.

Stefano Cattorini, direttore generale BI-REX (Emilia Romagna), Competence Center specializzato in big data. “Il nostro lavoro consiste nel favorire e mettere a frutto tra 56 player diversi tra Università, Centri di Ricerca, centri di eccellenza nel super calcolo, 17 provider di tecnologie, 27 imprese che usano le nuove tecnologie su 7 filiere diverse, trasformando questa cross connection in formazione continua per i nostri clienti a circolo continuo che legano servizi di orientamento, formazione competenze, consulenza, produzione sperimentale su linee pilota in ambiente endzone.”

Matteo Lucchetti, direttore operativo Cyber 4.0 (Lazio), specializzato in cyber security, che spiega come nel campo della cyber security bisogna andare oltre le competenze tecnologiche produttive per approdare ad aspetti legali e normativi rilevanti nella gestione dei dati interna ed esterna.” Il gap di competenze in questo campo è gigantesco; le risorse formate su questo tema sono davvero scarse ed esiste un problema di retention: essendo scarsa l’offerta davanti a una domanda crescente, quelle risorse formate correttamente ma non retribuite altrettanto correttamente, se ne vanno. E la necessità di cybers ecurity non è una questione di compliance alle normative. È questione di funzionamento dell’organizzazione. Abbiamo visto recentemente nella sanità, che il rischio è il crash di un sistema produttivo o di servizio.”

I problemi principali per le aziende sono la mancanza di tempo, l’inadeguatezza dei corsi disponibili, il costo della formazione. I Competence Center agiscono sugli ultimi due punti, sull’adeguatezza della formazione e sulla possibilità, attraverso i finanziamenti, di una formazione agevolata. Il problema del tempo resta. Se non c’è un’emergenza, la formazione sulla cyber security viene rimandata a tempi migliori.

Monica Rossi, Responsabile scientifico, orientamento e formazione di MADE 4.0 (Lombardia), Competence Center specializzato in fabbrica digitale sostenibile. “Il nostro ruolo è transitare tecnologie e competenze alle aziende. Ma chi formiamo e come formiamo? A maggio abbiamo inaugurato, insieme ai nostri partner, la Scuola di competenze 4.0, per offrire reskilling e upskilling dei lavoratori. Ma collaboriamo anche con alcuni ITS, Istituti Tecnici Superiori, nella formazione degli studenti che saranno i lavoratori di domani, perché finalmente, quando escono dalla scuola, incontrino le richieste delle aziende”.

Nunzio Abbate, vice presidente ARTES 4.0 (Toscana), specializzato in advanced robotics and enabling digital technologies and Systems. “Il nostro lavoro è diffuso su 7 regioni attraverso la collaborazione con 13 Università tra cui la Scuola Normale di Pisa e la Scuola Superiore Sant’Anna”, dice Nunzio Abbate, “Abbiamo un Hub a Pontedera e stiamo sviluppando un Atelier della Robotica destinato a vedere la luce nel 2022.” Paolo Dario, direttore scientifico dello stesso Compentence Center chiosa: “Da italiano non capisco perché certi comprati creativi, come moda e cucina, siano così ben disposti all’innovazione addirittura da incoraggiarla, mentre altri no. Bisogna rompere vecchi schemi. Certo, per anni la formazione fatta in questo paese serviva più ai formatori che ai dicenti. Ma in realtà è una cosa seria di cui questo Paese, che brilla per l’educazione scolastica che offre ai propri giovani, è carente.”

La giornata prosegue dalle 15.00 con il secondo incontro Conversazione tra due big dell’Intelligenza Artificiale: sviluppo ed etica. A cura di EuropIA.it.

Gli Stati Generali Mondo Lavoro ITALIA si tengono in presenza da #Torino e sono trasmessi in diretta on line con doppio appuntamento quotidiano, dalle ore 10.00 alle ore 12.00 e dalle ore 15.00 alle ore 17.00. Gli eventi sono gratuiti e accessibili al pubblico: in presenza con iscrizione a www.eventbrite.it/o/stati-generali-mondo-lavoro-31055707803, on line dai profili degli Stati Generali: www.youtube.com/channel/UCAO2a9caf2FuM-RHesKxosg e www.facebook.com/statigeneralimondolavoro.

Tre le sedi che ospiteranno gli incontri: il 27, 28 e 30 settembre l’appuntamento è al Salone d'Onore del Castello del Valentino (Viale Mattioli 39), il 29 settembre nelle sale del Competence Center - CIM 4.0 (Corso Luigi Settembrini 178) e il 1 ottobre all’interno della Casa delle Tecnologie Emergenti (Corso Unione Sovietica 214).

Maggiori informazioni nel comunicato stampa da scaricare