Cookie Consent by Free Privacy Policy website Il thriller botanico nella Serra dei Giardini di Castel Trauttmansdorff
settembre 28, 2021 - I Giardini di Castel Trauttmansdorf

Il thriller botanico nella Serra dei Giardini di Castel Trauttmansdorff

Merano, 28 settembre 2021 – La Serra rappresenta un piccolo mondo a parte all’interno dei Giardini di Castel Trauttmansdorff, popolato da piante provenienti da luoghi lontani, con climi caldi e umidi. La Serra è stata inaugurata nel 2014, è alta 12 metri e ha una superficie di 300 metri quadrati; è dotata di un sistema di oscuramento automatico che regola la penetrazione solare durante la stagione calda, evitando il surriscaldamento della struttura e mantenendo la temperatura costante tra 23° e 25° Celsius. Prima dell’infestazione da parassita scoperta grazie ai costanti e scrupolosi controlli dei giardinieri di Trauttmansdorff nell’aprile del 2020, la Serra ospitava alberi di mango, papaya e cacao, piante profumate come il patschouli e l’Ylang Ylang, piante fibrose come il kapok e l’albero a vite, insieme a variopinte orchidee e odorose spezie come la vaniglia, la cannella, il pepe e la curcuma. A causa dello scolitide Euwallacea fornicatus, un coleottero di circa due millimetri di dimensione, originario del sud est asiatico, la Serra ha dovuto subire un attento smantellamento: l’area infestata è stata tempestivamente sigillata per evitare il pericolo che l’insetto si diffondesse all’esterno della Serra e tutte le piante, tra cui 500 orchidee, hanno dovuto essere rimosse e bruciate.

Per assicurarsi che nessun coleottero nascosto sopravvivesse, la Serra è stata sottoposta ad una “terapia del calore” per i mesi successivi; inoltre, nel raggio di diversi chilometri sono state installate numerose trappole attrattive per l’insetto e sono stati effettuati controlli visivi accurati nell’intera area del giardino botanico.

Tutto ciò è stato possibile grazie alla collaborazione con il Servizio fitosanitario della Provincia autonoma di Bolzano, che ha coordinato le attività di monitoraggio e di eradicazione.
Fino alla primavera del 2020, la presenza di questa specie di insetto non era mai stata riscontrata in Europa. Grazie al lodevole lavoro dell’entomologo Hannes Schuler della Libera Università di Bolzano e al network che ha creato con colleghi europei, si è scoperta la presunta origine dell’infestazione: un’importazione di piante dall’Olanda nel 2018, provenienti da una zona intorno al Vietnam. L’intero caso è stato documentato da Schuler e dai colleghi europei in “Research Square”, un accurato studio scientifico che dimostra l’importanza, in questi casi, dell’agire tempestivo e del ricostruire le vie attraverso le quali avviene l’introduzione di organismi nocivi per prevenirne ulteriori diffusioni.

Maggiori informazioni nel comunicato stampa da scaricare

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