Cookie Consent by Free Privacy Policy website Edison presenta al premier Renzi "Lezioni di futuro"
novembre 24, 2015 - Edison

Edison presenta al premier Renzi "Lezioni di futuro"

Torino, 21 novembre 2015 – Smart comunities e sharing economy sono i settori da cui gli italiani si aspettano un decisivo cambio di passo per rilanciare la crescita del Paese. E’ quanto emerge da Lezioni di Futuro, il charter sull’innovazione che Edison ha consegnato al Presidente del Consiglio Matteo Renzi in occasione del Digital Day alla Reggia di Venaria a Torino Realizzato in collaborazione con Wired, “Lezioni di futuro” (scaricabile su open.edison.it) è un progetto che pone in dialogo il pensiero collettivo della rete con il punto di vista di tecnici ed esperti.

Da dove partire per innovare? La risposta del rapporto indica che la soluzione è integrare con urgenza tecnologia ed economia reale, perché è solo attraverso la digitalizzazione – oltre al necessario snellimento della burocrazia e semplificazione del quadro normativo – che le piccole e medie imprese su cui si regge l’economia italiana vinceranno le sfide del futuro. Smart Communities e sharing economy sono dunque i settori in cui gli italiani credono abbiano il maggior potenziale, raccogliendo un consenso rispettivamente dell’87,3% e del 76,8%. Le “comunità intelligenti” sono considerate il terreno fertile da cui scaturiscono nuove idee (per il 35% della rete) e contribuiscono a migliorare notevolmente la qualità della vita (21%).

Mentre la sharing economy permetterà di avere (circa il 44% dei commenti positivi) servizi nuovi, competitivi e a basso costo. Al terzo posto con il 76% delle preferenze, gli italiani immaginano lo sviluppo delle biotecnologie, che sono il cuore del progetto annunciato pochi giorni fa dal Governo per l’ex area di Expo 2015. In questo caso, la fiducia è legata al fatto che le biotecnologie contribuiranno a creare un mondo più sostenibile e a misura d’uomo (61%), e a produrrepiù cibo (27%). “La sfida per il futuro dell’Italia passa dalla capacità di creare una connessione tra i grandi pilastri economici nazionali (turismo, agricoltura, industria) e gli ambiti più urgenti dell’innovazione: energie rinnovabili, comunità intelligenti, digitalizzazione – dichiara Marco Fortis vice presidente della Fondazione Edison -.

Una reale estensione della digitalizzazione a tutto il Paese darebbe una spinta decisiva alle piccole e medie imprese, ma è arrivato anche il momento di snellire la burocrazia e semplificare il quadro normativo e giuridico-regolamentare.” “Lezioni di futuro” aggrega i contribuiti di tecnici, esperti e di quanto viene scritto in rete da italiani e influencer del web (su Twitter, Facebook, Youtube e sui blog). Tra gli esperti, oltre a Marco Fortis, hanno preso parte: Bruce Sterling e Steven Berlin Johnson, entrambi giornalisti ed esperti di innovazione, Ernesto Belisario, esperto di digitale e open government, e Claudio Serracane, direttore della Ricerca Sviluppo e Innovazione di Edison.

Nel dettaglio, sono state analizzate oltre 200 mila conversazioni online, indagando le soluzioni tecnologiche proposte dalla rete, il grado di fiducia che raccolgono e le relative motivazioni sui quattro ambiti più discussi: energia e infrastrutture, smart communities, cultura digitale, innovazione sociale; più altre quattro sottocategorie: sharing economy, biotecnologie, robotica e salute. Nel segmento energia e infrastrutture la sfida che le aziende sono chiamate a vincere è sviluppare un nuovo modello di business che valorizzi il cliente come consumatore attivo (ossia, anche come produttore), e a mettere in campo nuove tecnologie di produzione e stoccaggio dell’energia per un sistema più stabile e flessibile. La sfida individuata per le smart communities è adattare i servizi cloud e l’uso dei sensorialle peculiarità dei centri italiani (che perlopiù sono di medie-piccole dimensioni), oltre a sviluppare aggregatori in grado di filtrare in modo sempre più intelligente i dati a beneficio dei cittadini.

L’approccio alla cultura dovrà divenire gradualmente sempre più digitale, specie nell’Istruzione. L’intelligenza della rete e gli esperti in questo caso consigliano di passare dalle lezioni frontali alla peer education e, soprattutto, di inserire nell’insegnamento il coding (ossia, il linguaggio di programmazione) al pari dell’inglese; tenuto conto che gli italiani che possiedono abilità informatiche medie o alte sono intorno al 54%, mentre la media europea è del 59%. Infine, l’innovazione sociale che non per forza è sinonimo di tecnologie digitali. Qui il nodo principale da affrontare è come la Pubblica Amministrazione possa accogliere la sfida della co-progettazione valorizzando le energie provenienti dalla comunità e garantendo maggiore trasparenza nei processi decisionali.